Migrantour Napoli. Chi siamo #1 – Andreina: “Si crea un’energia positiva tra me e i partecipanti alle passeggiate e un passo appresso all’altro scompaiono gli stranieri e compaiono le persone.”

“Migrantour Napoli”. Chi siamo?  Siamo persone di diverse nazionalità (capoverdiana, senegalese, italiana, somala, srilankese, ucraina, ghanese …), viviamo e lavoriamo a Napoli e ne siamo innamorati, ognuno per le sue ragioni. Qualcuno di noi a Napoli ci è nato, come Andreina, qualcuno ci vive da una vita, come Pierre, Jomahe, Carmen, Louis, Omar, Priscilla, Yuliya e Charuni, qualcun’altro ci è arrivato da poco, come Laura. Vi raccontiamo qualcosa di noi, perché prima di tutto vengono le persone.
Comincia Andreina!

Sono nata a Napoli  e sono di origine capoverdiana, una delle prime comunità immigrate qui a Napoli tra gli anni 60 e 70. Un’immigrazione formata prevalentemente da donne che hanno sacrificato gran parte della loro gioventù per aiutare la famiglia. Mia mamma è una delle donne arrivate a Napoli in quegli anni, lei è per me un esempio di forza e determinazione, la ammiro molto.

Mi sono laureata in relazioni internazionali all’Università L’Orientale e sono mediatrice interculturale. Da qualche anno conduco l’itinerario “Mille Mondi alla Stazione” di “Migrantour Napoli”, un tour intorno alla stazione Garibaldi. Di questa zona troppo spesso si parla in termini negativi, noi invece qui incontriamo culture, lingue, tradizioni e culti diversi che vivono e convivono fianco a fianco e mostriamo come ci sono tanti immigrati di lungo periodo in questa città ben integrati che non rappresentano affatto una minaccia. Anzi. Sono una risorsa indispensabile per l’economia locale.

Durante le due ore insieme cerco di abbattere muri, pregiudizi, stereotipi, luoghi comuni che uno ha quando non si ha la conoscenza dell’altro. E devo dire che quasi sempre ci riesco. Si crea un’energia positiva tra me e le persone che accompagno e un passo appresso all’altro scompaiono gli stranieri e compaiono le persone.

Quando inizi a camminare per le strade della ferrovia, già dai primi passi capisci di essere in uno dei quartieri più multiculturali della città. Tra le tappe di “Mille Mondi alla Stazione” che preferisco c’è sicuramente il “Banana”,  il primo supermercato interetnico che con la frutta esposta fuori ogni volta  mi riporta a un bel periodo della mia infanzia trascorsa a Capo Verde: il ricordo di mia nonna che in cortile  mi dava per merenda la papaya.

E poi c’è la pasticceria “Lauri”. Giuseppe, il proprietario, fa dolci napoletani senza alcool e grasso animale così li possono mangiare anche i musulmani: ha trasformato i suoi dolciumi e si è trasformato insieme ai cambiamenti del quartiere e delle persone che lo abitano. E questo è davvero un bell’esempio.

(Andreina Lopes Pinto, accompagnatrice interculturale Migrantor)